Facebook

giovedì 3 dicembre 2015

Progettare in Europa è la strada ideale per lo sviluppo del territorio!

Programmazione Europea 2014-2020
Opportunità e sfide per lo sviluppo del territorio e dell’ economia locale

Avere una buona idea non basta. Saper progettare è importante, ma avere un’idea vincente sul mercato fa la differenza.  Magari l’idea progettale c’è, ma ancora continua a rimanere nel cassetto delle possibilità fintantoché non si aprono gli occhi sul grande bacino di opportunità e potenzialità offerte dall’Unione Europea. Ad oggi sono 960 i miliardi di euro stanziati nell’ambito della Strategia 2020, prevista dalla nuova Programmazione europea, per creare, innovare e crescere in diversi settori di interesse politico-sociale ed economico. Quello che spesso frena molti, giovani e meno giovani, a rischiare nella progettazione europea è la poca propensione a fare rete e a cercare partners con i quali creare e sviluppare soluzioni condivise sulle nuove sfide legate agli ambiti più classici come l'agricoltura a quelli più hi-tech come le smart-city e l'innovazione tecnologica. Le PMI possono innanzitutto accedere ai piani operativi regionali e nazionali dei fondi sociali europei (FSE) e del fondo europeo di sviluppo regionale (FESR), sui quali la Calabria –in grave ritardo rispetto alle altre regioni- è riuscita finalmente ad ottenere il via libera dalla Commissione. 



E’ notizia di pochi giorni la presentazione del Programma di Sviluppo Rurale della Regione Calabria, che nei prossimi mesi porterà alla pubblicazione di bandi ad hoc a sostegno dell’agricoltura, dell’ambiente, della biodiversità, dello sviluppo e valorizzazione delle aree interne.
C’è bisogno quindi di progettare in linea con le priorità dell’Unione Europea, di lavorare sull’anali si dei problemi e degli obiettivi identificando gli stakeholders locali, nazionali e/o europei, quegli attori-chiave che condividono con noi l’interesse su una problematica specifica. Se, ad esempio, lavoro nel settore turistico in Calabria o vi intendo lavorare dovrò tener conto del disagio che esiste e delle motivazioni che ostacolano la crescita di un’azienda o il suo nascere. Progettare significa lavorare in sinergia, significa condividere l’analisi del problema insieme ad enti locali, associazioni di categoria, consulenti, scuole, enti di formazione e così via, valutando benefici, strategie e anche rischi concreti che impattano sulla realtà aziendale. La struttura di un progetto europeo segue la metodologia Gopp (Goal Oriented Project Planning), è orientata, dunque, agli obiettivi e ha bisogno del lavoro su più fronti e su più livelli. Per superare il vaglio della Commissione Europea e rendere finanziabile il progetto importante è riuscire a individuare in modo semplice e dettagliato il quadro logico degli interventi da realizzare e cioè: 1. Scopo ultimo del progetto; 2. Risultati attesi in termini di benefici e non di prodotti; 3. Attività che mi consentono di soddisfare i benefici attesi; 4. Effetti di medio/lungo periodo del progetto: come possono continuare nel tempo i benefici ottenuti. Per ogni risultato e attività previsti bisognerà individuare variabili, facilmente verificabili, che consentano di misurare il cambiamento sperato e ottenuto (ad esempio per il settore turistico l’aumento delle prenotazioni nelle strutture alberghiere). I bandi europei al momento attivi e quelli che verranno pubblicati nei prossimi mesi danno veramente spazio a qualsiasi idea: dalla cultura, sport e settore cinematografico (Europa Creativa) all’ambiente e innovazione tecnologica (Horizon 2020), dalle politiche giovanili (Erasmus+) a progetti per l’impegno della società civile sulle politiche europee (Europa per i cittadini).
Progettare in Europa è la strada ideale per la crescita delle realtà locali e lo sviluppo del territorio.

 Elisabetta Scerbo 

Nessun commento:

Posta un commento